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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,34
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originale
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[34] Innumerabilia sunt, ex quibus effici cogique possit nihil esse, quod sensum habeat, quin id intereat; etenim ea ipsa, quae sentiuntur, ut frigus, ut calor, ut voluptas, ut dolor, ut cetera, cum amplificata sunt, interimunt; nec ullum animal est sine sensu; nullum igitur animal aeternum est. Etenim aut simplex est natura animantis, ut vel terrena sit vel ignea vel animalis vel umida, quod quale sit ne intellegi quidem potest, aut concretum ex pluribus naturis, quarum suum quaeque locum habeat, quo naturae vi feratur, alia infimum, alia summum, alia medium. Haec ad quoddam tempus cohaerere possunt, semper autem nullo modo possunt; necessest enim in suum quaeque locum natura rapiatur. Nullum igitur animal est sempiternum.
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traduzione
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34. Innumerevoli sono le ragioni che ci costringono a concludere che non esiste essere dotato di sensibilit? che
non sia destinato a perire. Le stesse sensazioni di caldo e di freddo, di piacere e di dolore e tutte le altre consimili
quando raggiungono un certo grado uccidono, e poich? non esiste animale privo di sensibilit?, nessuno potr? essere
eterno.
Quanto alla sostanza costitutiva di un essere vivente o si identificher? con un singolo elemento come la terra, il
fuoco, l'aria e l'acqua (il che sfugge ogni possibilit? di comprensione) o risulter? costituita di pi? elementi, ciascuno dei
quali ha una posizione sua propria cui tende per forza di natura, in alto l'uno, in basso l'altro, al centro un terzo. Questi
elementi possono stare insieme per un certo periodo di tempo, ma non possono certo starlo sempre in quanto ciascuno
di essi non pu? non essere tratto, ad un certo momento, laddove tende per natura. Nessun essere vivente dunque pu?
essere eterno.
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